Gli alunni di terza scoprono la città ricercando tracce della storia e della memoria e diventano anche artisti di strada: esplorando riconoscono che la città parla con i suoi sassi, le forme, i materiali; disegnano la pelle della città con il frottage; realizzano un laboratorio all’aria aperta muniti di “banco da asporto”.

CITTÀ DELLA MEMORIA: tracce, racconti, leggende

Noi bambini della classe terza D siamo andati in giro per Melegnano e abbiamo osservato le finestre più antiche della città. Abbiamo osservato le finestre del Municipio, della Basilica di San Giovanni Battista e del castello. Il municipio ha sia le porte sia le finestre a sesto acuto. Le finestre a sesto acuto non sono solo ad arco ma hanno un po’ di punta. La Basilica ha sia le finestre a sesto acuto sia una bifora sulla facciata. La finestra a bifora ha due finestre ad arco vicine una all’altra. Al castello hanno ricostruito le finestre molte volte per farlo sempre più moderno e per migliorare l’uso. Il castello aveva le finestre ad arco, ad arco acuto e poi rettangolari, si vedono ancora i segni di tutte le modifiche perché i mattoni hanno posizioni diverse.

ANDREA – GLORIA – DANIELE B.

Tutti i nomi delle vie di una città hanno una storia, anche quelle di Melegnano. Per esempio, la via Zuavi e la via 8 Giugno raccontano la storia di una battaglia. La battaglia si è svolta nel 1859, quelli che combattevano per i Melegnanesi erano gli Zuavi. Essi combattevano perché i Melegnanesi non potevano governarsi da soli. Gli Zuavi combattevano contro gli Austriaci perché volevano governare i Melegnanesi e tutti gli abitanti del nord Italia. Gli Zuavi arrivavano dall’Africa e combattevano al fianco dell’esercito francese. Per ricordare questa battaglia c’è una corona di alloro appesa su un palazzo vicino al semaforo della via Zuavi. Un’altra via di Melegnano si chiama Broggi-Izar, il nome di una fabbrica di posate che aveva un’enorme ciminiera. Dava lavoro a molti abitanti. Ora al suo posto ci sono tante case nuove. Nella nostra città ci sono due vie molto importanti: via Gian Giacomo Medici e via Pio 4°, suo fratello Papa, ma questa è un’altra storia…

AMALIA – IYAD – YAILEENE

A Melegnano c’è il castello Mediceo dove un tempo ci abitava la famiglia Medici. Intorno al castello Mediceo c’era e c’è ancora un fossato a difesa del castello. Quasi mai c’era l’acqua anche se proprio vicino al fossato c’era il fiume Lambro e un canale, adesso sotterraneo, che si chiama Spazzòla.

La leggenda racconta che Angelo de’ Medici una volta doveva andare da Milano a Bologna, durante il suo viaggio, arrivato a Melegnano, si scatenò un temporale. Allora Angelo pensò di fermarsi al castello di suo fratello, che si chiamava Gian Giacomo, anche se era morto e quindi sua cognata Barbara aveva la responsabilità del castello. Angelo e Barbara non andavano molto d’accordo così quando Barbara vide Angelo chiedere riparo non lo volle nel suo castello e alzò il ponte levatoio. Angelo allora andò in chiesa e chiese al prete di potersi fermare per mangiare e dormire. Il sacerdote accettò e il giorno dopo Angelo ripartì per Bologna. Dopo diverso tempo Angelo diventò Papa Pio 4° e inviò una bolla a Melegnano, cioè una lettera di ringraziamento, la famosa Bolla del Perdono che si festeggia ogni anno dal 1563.

MATTEO B. – ARIANNA – EDOARDO N.

Una fonte storica indica la nostra città “AD MILIUM NONUM”, cioè la distanza da Milano.                           Una leggenda però racconta di Santa Savina, una donna ricca che credeva in un solo Dio. A quell’epoca i Romani, quando trovavano qualche cristiano che pregava, lo uccidevano. Un giorno Santa Savina prese i corpi di Nabore e Felice, due cristiani uccisi, e li mise in una grande botte, la caricò su un carro e si mise in viaggio da Lodi Vecchio a Milano per dare loro sepoltura. I Romani però la fermarono sul ponte del fiume Lambro e le chiesero cosa stesse trasportando. Lei non poteva dire che dentro la botte c’erano due cristiani così inventò che nella botte c’era del miele. I soldati non si fidarono: sguainarono le spade e trafissero la botte. Quando tirarono fuori le spade videro che c’era del miele. Santa Savina era sorpresa e confessò la verità. Allora anche i soldati romani capirono che si trattava di un miracolo. E da quel miele la nostra città prese il nome di Melegnano.

MATTEO R. – GAIA – BRANDO – MATTEO F.

Un tempo a Melegnano le case erano costruite vicine una all’altra e formavano una protezione di muri. Tra la pasticceria Cambieri e il ristorante Il portone c’era proprio un grande portone in legno: era l’ingresso della città, ma se chiuso, non faceva entrare i nemici nel centro di Melegnano. I cittadini uscivano solo per lavorare nei campi o per andare in altre città, inoltre, sul castello e sulle mura vicine c’erano delle finestrelle per vedere chi arrivava e alcune si notano ancora.

GIULIO – PIERPAOLO – ANGELA – LORENZO

Il fiume Lambro che attraversa la città di Melegnano oggi è sporco, torbido e puzzolente invece quello di tanto tempo fa era lucente, brillante e limpido, infatti “Lambro” significa lucente.

Al tempo dei Romani c’era una stazione di cambio dei cavalli proprio vicino al fiume Lambro. Era un capannone dove c’era un bar dei tempi antichi per riposarsi e prendere qualcosa da bere o mangiare e poi potevano riposarsi anche i cavalli, anzi si lasciavano i cavalli stanchi e si prendeva un cavallo nuovo già riposato….un po’ come un “cavallogrill”. L’insegna c’è ancora: due cavallini dorati sopra la casetta gialla.

Sul lungo Lambro c’è una mappa di Melegnano e si vede il profilo della città.

EDDY – CAMILLA – MARIA ELISA

 

ESPLORAZIONI CREATIVE

Il giorno Lunedì 21 Dicembre siamo andati in giro per Melegnano e siamo diventati artisti di strada ma non giocolieri o musicisti! No, no! Abbiamo osservato le finestre del castello, del municipio e della basilica e abbiamo scoperto che sono ad arco a sesto acuto quelle del municipio e del castello e anche della basilica solo che c’erano anche a bifora. Poi abbiamo fatto un frottage sui muri del castello e degli alberi vicini al castello e sul nostro foglietto hanno lasciato un’impronta. Le finestre della basilica e del municipio le abbiamo disegnate su un foglio che si apre grazie a piegature e tagli. Tutti questi foglietti li abbiamo presi dal nostro banco da asporto: un cartone della pizza con la tracolla fatta con un filo di lana.

Matteo B.

Noi bambini della 3^D siamo usciti con la guida Elena che ci ha dato dei banchi d’asporto, i cartoni della pizza, e noi siamo diventati degli artisti di strada. Abbiamo fatto il frottage, cioè abbiamo preso dei foglietti e li abbiamo appoggiati sui mattoni del castello e su un albero vicino alla “Spazzòla”, con il pastello a cera abbiamo strofinato sul foglietto. Questi oggetti hanno lasciato la loro impronta. Abbiamo anche disegnato le porte e le finestre a bifora e ad arco a sesto acuto viste sugli edifici più antichi della nostra città.

Eddy

Noi bambini della 3 D ci siamo divertiti a fare gli artisti di strada. Abbiamo osservato le finestre ad arco sesto acuto e la bifora della chiesa, abbiamo disegnato la bifora e le finestre su un foglio e poi abbiamo fatto il frottage del muro del castello e degli alberi lì vicino. Io mi sono divertito tantissimo. 

Brando

Quando siamo usciti con la guida Elena, siamo diventati artisti di strada. Abbiamo disegnato sul banco d’asporto. Il banco d’asporto è una scatola di pizza con un cordoncino di lana, all’interno c’erano i nostri capolavori. Abbiamo osservato le finestre a sesto acuto e le bifore che significa ”due buchi”. Poi all’interno del banco portatile abbiamo preso due foglietti piccoli e con un pastello a cera abbiamo colorato sopra il mattone del castello e un tronco d’albero e così abbiamo catturato le loro impronte. Poi abbiamo preso un foglio più grande e abbiamo disegnato le finestre e i portoni più antichi di Melegnano.

Camilla

Con la guida Elena abbiamo fatto gli artisti di strada. Ad esempio, abbiamo realizzato il frottage, cioè abbiamo messo un foglio di carta sul mattone del castello e su un tronco dell’albero strisciando il pastello a cera sul foglio, così abbiamo catturato le impronte. Abbiamo disegnato le finestre a sesto acuto e le bifore che avevamo osservato sui monumenti antichi della città. Ritagliando e piegando il foglio, le finestre si aprivano e si chiudevano.

Amalia

Noi e la guida Elena siamo andati per Melegnano e abbiamo creato un paio di capolavori.

Abbiamo rilevato l’impronta di un mattone del castello poi noi siamo andati con un foglio e un pastello a cera nel fossato e abbiamo colorato un’impronta di un albero.

Dopo la guida ci ha portato a vedere le finestre del comune, del castello e della basilica e noi abbiamo osservato come erano fatte le finestre e poi le abbiamo ricopiate e piegando e tagliando il foglio si aprivano.

Angela

Noi alunni abbiamo preso le impronte dei mattoni e degli alberi poi siamo andati a osservare il municipio e abbiamo visto le finestre a sesto acuto, siamo andati davanti alla chiesa di san Giovanni e abbiamo visto le sue finestre ed erano bifore. Come veri artisti di strada abbiamo usato il nostro banco da asporto per realizzare le impronte del tronco di un albero e di un mattone del castello e per riprodurre su un foglio le finestre più antiche di Melegnano.

Arianna

Noi ci siamo divertiti quando siamo diventati degli artisti di strada con la guida Elena: siamo andati a vedere le finestre del castello che erano ad arco, poi siamo andati a vedere le finestre del comune che erano a sesto acuto. Infine siamo andati a vedere le finestre della basilica. Dopo ci siamo fermati su delle panchine e abbiamo disegnato su un foglio le finestre che avevamo visto. Abbiamo anche provato la tecnica del frottage che ci ha permesso di prendere le impronte del tronco degli alberi e dei mattoni del castello.

Yaileene

Noi bambini della 3^D abbiamo realizzato il frottage, cioè le impronte del muro del castello e dell’albero vicino. Facendo gli artisti di strada abbiamo anche disegnato le antiche finestre con gli archi a sesto acuto e le bifore. Gli archi a sesto acuto sono una specie di archi però con la punta, le bifore sono finestre con due buchi.

Matteo F.

Noi alunni di 3^ D abbiamo esplorato la nostra città e siamo andati a prendere delle impronte: una sul mattone del castello e la seconda sull’albero del fossato. Abbiamo osservato le finestre sugli edifici importanti della città: erano ad arco e a bifora, poi abbiamo disegnato le finestre dell’antichità su un foglio piegandolo e ritagliandolo.

Gloria

Io e i miei compagni con la guida Elena abbiamo preso dei foglietti e abbiamo creato il frottage di un mattone del castello e di un albero. Dopo noi siamo andati a vedere le finestre del Municipio e della Basilica, erano con una punta, queste finestre erano vecchissime e la guida Elena ci ha insegnato a costruire con foglio, forbici e matita la loro forma.

Iyad

Noi bambini della 3^D siamo andati in giro per Melegnano e abbiamo fatto il frottage dei mattoni del castello e della corteccia degli alberi e abbiamo scoperto in centro città le finestre ad arco a sesto acuto e la bifora e le abbiamo realizzate su un foglio che abbiamo piegato tante volte e poi tagliato e disegnato.

Lorenzo

Noi bambini di 3^D abbiamo fatto gli artisti di strada colorando le impronte dei tronchi degli alberi e le impronte dei mattoni del castello. Poi abbiamo disegnato le porte e le finestre a sesto acuto con carta forbici e tratto-pen.

Daniele B.