Il 5 e il 14 dicembre, noi alunni di 5^D abbiamo svolto il progetto dell’affresco con la specialista Agnese e l’esperta Corinna, per capire come i popoli antichi siano riusciti a tramandare le loro arti fino ai giorni nostri.
Nel primo incontro abbiamo steso l’arriccio, una poltiglia formata da acqua, sabbia di fiume e calce in polvere, su una mattonella e lo abbiamo lasciato asciugare, inoltre abbiamo ricopiato il disegno preparatorio sulla carta da lucido, bucherellandone i contorni.
Nel secondo incontro invece abbiamo steso l’intonachino, composto da acqua, calce e sabbia di fiume senza sassolini, con dentro polvere di marmo bianco; abbiamo ripassato il disegno sulla carta da lucido con il carboncino, in modo tale che si vedesse traccia sull’intonachino e infine l’abbiamo pitturato.
A me il progetto dell’affresco è piaciuto molto e lo rifarei volentieri.
(Brando)
Noi alunni di 5^D, il 5 dicembre, abbiamo iniziato una nuova esperienza. Questa attività consisteva nel creare un affresco. All’inizio ci hanno aiutato due specialiste, Agnese e Corinna, mostrandoci una presentazione alla L.I.M., poi su un tavolo hanno preparato una cazzuola e una mattonella per ognuno di
noi. In seguito, ci hanno fatto vedere come si produce l’arriccio, il primo stato di malta che va messo sulla base. Esso si prepara con acqua, sabbia e calce. Poi ci hanno diviso in due gruppi: uno doveva disegnare il proprio stemma su un foglio di carta da lucido per poi bucarlo tutto intorno ai bordi con un punteruolo. Il
secondo gruppo doveva stendere l’arriccio con la cazzuola; una volta finito ci siamo scambiati i lavori e abbiamo lasciato asciugare.
Il mercoledì seguente abbiamo steso sulla mattonella un nuovo strato, l’intonachino, un composto più fine, poi Agnese e Corinna ci hanno portato pennelli e pitture e abbiamo prima disegnato con il carboncino e successivamente colorato i nostri capolavori. Li abbiamo portati in classe ad asciugare e non li abbiamo più toccati fino al confezionamento.
Una cosa che mi è piaciuta è che mi sono sentito un costruttore di muri professionista, prima che pittore; forse è stato il laboratorio più divertente che abbia mai fatto.
(Matteo R.)
L’affresco è un’antichissima tecnica di pittura che si applica su un muro con l’intonaco bagnato e noi alunni di 5^D abbiamo deciso di sperimentarla. L’abbiamo praticata perché nel nostro castello Mediceo se ne trovano molti e, quando siamo andati a visitarlo, abbiamo osservato i miti greci rappresentati con questa
tecnica e ci siamo immedesimati in loro.
Svolgendo l’attività ci siamo accorti che alcune fasi erano più complicate di altre, ma fortunatamente siamo stati aiutati da due specialiste: Agnese e Corinna.
La prima fase è stata stendere l’arriccio con la cazzuola, esso è composto da sabbia di fiume, calce in polvere e acqua. Successivamente abbiamo preso il nostro disegno e, con il punteruolo, lo abbiamo forato, su una tavoletta di polistirolo, per creare il contorno, con punti a distanza di 5 millimetri.
Il secondo incontro, almeno per me, è stato molto più un lavoro di precisione, infatti dopo aver steso l’intonachino, composto da calce cremosa, sabbia di fiume, acqua, sopra lo strato precedente, abbiamo riportato il disegno sulla mattonella con un carboncino e poi dipinto.
Devo dire che mi è piaciuto provare questa esperienza, che rifarei volentieri.
(Lorenzo)

Noi bambini di 5^D abbiamo vissuto una nuova esperienza con due esperte di nome Agnese e Corinna, che ci hanno presentato alla L.I.M. che cosa è l’affresco e che materiali servono per realizzarlo. L’affresco è una tecnica di pittura che al posto di essere dipinta su tela viene tinteggiata sulle pareti bagnate da intonaco,
che serve a far penetrare il colore per conservarlo a lungo.
La prima parte è stata il 5 dicembre quando ognuno aveva una tavoletta di mattone su cui stendere con la cazzuola l’arriccio formato da calce e sabbia di fiume con i sassolini mischiati ad acqua. Dopo abbiamo ricalcato il nostro disegno preparatorio, uno stemma, su carta da lucida e l’abbiamo bucherellato sui
contorni.
Il 14 dicembre invece abbiamo steso l’intonachino, formato da sabbia di fiume, calce morbida e marmo bianco in polvere e ovviamente acqua, sopra il precedente. Questo impasto è stato molto più duro da stendere, ma dopo averlo steso abbiamo iniziato a ripassare la sagoma del disegno col il carboncino
spolverato sopra il foglio che avevamo bucherellato la volta prima. Dopo aver mischiato i colori per formarne altri, ci siamo messi a dipingere il nostro capolavoro.
Le nostre maestre hanno voluto farci fare questo laboratorio perché a novembre eravamo andati al castello Mediceo a vedere affreschi di miti greci e anche i simboli e gli stemmi delle famiglie nobili vissute nell’antico edificio cittadino.
Questa esperienza mi è piaciuta molto e la rifarei volentieri.
(Amalia)

Io e i miei compagni, il 5 dicembre, abbiamo svolto una nuova attività, si trattava del laboratorio di affresco. Le due specialiste, Corinna e Agnese, per prima cosa ci hanno divisi in due gruppi: il primo preparava e spalmava l’arriccio con la cazzuola su una mattonella mentre il secondo gruppo ripassava i
disegni preparatori sulla carta da lucido e, dopo averli ripassati, bucherellava i contorni sopra il polistirolo, poi i gruppi si sono scambiati i ruoli.
La mattonella con sopra l’arriccio si è asciugato e il mercoledì successivo, 14 dicembre, abbiamo messo sopra l’arriccio l’intonachino, ma prima di stenderlo abbiamo bagnato la mattonella. Finalmente era il momento della mia parte preferita, cioè dipingere. Agnese ci ha detto di prendere il foglio bucherellato e di
sfregare con il carboncino sui fori, così abbiamo ottenuto il nostro disegno sulla mattonella, poi Corinna e Agnese ci hanno dato i colori per dipingere e abbiamo iniziato la coloritura. Visto che alcuni colori non c’erano o erano troppo scuri, li abbiamo mescolati formando altri colori e sfumature.
È stata un’esperienza divertente, mi aspettavo che il mio affresco venisse peggio, perché era la prima volta, invece sono soddisfatta del mio “capolavoro”!
(Gaia)